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Per chi non lo sapesse, sono un Coach, ma mi rendo conto solo ora che non ho ancora scritto di questo mindset.
Curioso come funziona la mente…
Comunque, visto che proprio in questi giorni sto avendo difficoltà a spiegare a un amico qual è il mio mestiere, due parole:
Il coaching è un processo in cui si supporta l’evoluzione del cliente creando uno spazio di riflessione e crescita
Sembra una supercazzola, me ne rendo conto, e il problema è proprio questo: il coaching di solito è una competenza che viene aggiunta a ruoli in cui si dirigono persone.
In pratica, lo usano i manager per gestire meglio le risorse umane.
Io stesso, quando ho fatto il corso a fine 2018, ero l’unico sotto i 45 anni…
Però il coaching in sé esiste e viene utilizzato per avere un confronto sincero e schietto da persone che, sul lavoro, non possono averlo: manager di alto livello, imprenditori (anche startupper) e liberi professionisti.
Sostanzialmente, ciò che faccio è
aumentare il valore che le persone creano col loro lavoro, migliorando la gestione di sé stessi e dei propri collaboratori
Ma come si fa?
Non ti servono le risposte…
Quando hanno un problema sul lavoro, le persone tendono a fare 4 cose. Nell’ordine:
Sbolognarlo a qualcun’altr*;
Informarsi per capire come gestirlo;
Chiedere aiuto a un* collega;
Assumere un consulente per risolverlo.
In pratica, la maggior parte delle persone (se non tenta la prima strada) cerca di risolvere un problema trovando risposte.
Però, non sempre funziona (come avrai notato nella tua realtà).
Se hai problemi semplici all’interno di un processo definito, c’è sicuramente una risposta che puoi cercare: è il caso dei lavori più operativi.
In pratica, c’è qualcuno che ha pensato quel processo e altri che hanno già svolto quei compiti: qualcuno saprà cosa fare, e sai che è già stato pensato qualcosa da fare in quel punto.
Ma cosa succede se il tuo lavoro richiede un pò d’inventiva? Creatività, strategia…chiamala come vuoi, ma il punto è: cosa succede se il tuo lavoro consiste nel creare un output originale?
Magari sei un* fotograf*, e devi trovare la giusta composizione per il tuo soggetto.
Magari sei un caporeparto, e la macchina ha un problema che nessuno conosce.
Magari sei un manager, e devi gestire conflitti personali e problemi strategici che sono sempre casi unici e isolati.
In quei casi non ci sono risposte definite, e quindi cosa devi fare?
…ma le domande
In quei casi la tendenza è sempre quella di seguire i passi precedenti (escluso l’1 perché si comincia ad avere poche altre persone a cui poter passare la questione): cerchi risposte.
Ma presto s’impara dai propri errori, soprattutto quando si spendono tempo ed energie (o denaro) in tentativi infruttuosi, che si sarebbero potuti evitare col senno di poi.
E impari che “il senno di poi” molte volte può essere rimpiazzato da una buona dose d’esperienza e dalla capacità di farsi la domanda giusta.
Come si legge spesso, efficacia è fare la cosa giusta, e in certi frangenti quindi diventa molto importante farsi prima le giuste domande, guardare le cose da angolazioni diverse, insomma: capire veramente il problema da prospettive diverse.
Potresti trovare che la soluzione è sotto al tuo naso, o che il problema non deve nemmeno essere risolto.
Senza domande, sei solo un treno in corsa verso…dove?
Quando non hai a chi chiedere…o chi ti chiede
Cosa succede però quando sei da solo? Quando non hai collaboratori perché sei un freelance, non hai colleghi perché sei un imprenditore, o non puoi mostrare debolezze come un high level manager?
Succede che devi farti certe domande da solo, ed è maledettamente difficile, perché non ci prendiamo il tempo per rispondere.
Provaci: la mente inizia subito a vagare e perdi il flusso di pensieri.
Quando sei una figura che fatica ad avere confronti, assumi un Coach che ti permetta di farlo
E il mindset del Coach è questo: prima di rispondere a qualsiasi cosa, prima di reagire, di approcciare un problema, pensa a quale sarebbe la domanda giusta da fare.
Cos’è che ancora non sai della questione?
Hai provato a cambiare angolazione?
Ti sei chiest* cosa sta muovendo te e le altre persone, e ti sei pres* il tempo di analizzarlo oggettivamente, senza pregiudizi e senza le tue lenti?
E nella mia vita quotidiana?
Questa newsletter parte proprio dal presupposto di usare mindset interessanti per vivere in modo migliore.
Quindi ovviamente il mindset del Coach può essere utile anche a te, io stesso lo uso quotidianamente per capire meglio le cose e le persone (e occasionalmente complicarmi la vita).
Vivere reagendo alle situazioni è normale ma è anche un grande spreco: perdi tutta la complessità della vita e delle persone, nel bene come nel male.
E la bellezza viene dalle sfaccettature, dalla complessità.
Potresti essere confus* perché di solito si dice che la bellezza è semplicità, ed è vero.
Il grande potere delle domande infatti è quello di mostrarci la complessità per poi poterla riassumere nella semplicità delle sue linee essenziali.
Le domande ci consentono di capire e semplificare, senza fermarci alla superficie.
Takeaways
Se vuoi capire ciò che ti accade e agire con efficacia, segui il mindset del Coach:
Essere un Coach significa fare (e farsi) le domande giuste, ma prima di tutto fare (e farsi) domande;
Le domande permettono di capire le sfaccettature che ancora non hai visto;
Dopo aver allargato la tua visuale, altre domande possono aiutarti a capire i tratti essenziali riguardo alla vera natura della questione;
Solo adesso puoi fare la domanda giusta, per avere davvero la risposta che cercavi;
Oppure puoi usare le domande per capire meglio te stess*, e in quel caso…la risposta è dentro di te. Ed è giusta.
Ma, un momento…QUALI domande???
Bé, è una vera e propria competenza, altrimenti non avrei clienti!
Scherzi a parte, s’impara dall’esperienza, provando e ascoltando il risultato delle proprie domande; non puoi ascoltare per anni e iniziare da subito a fare le domande giuste.
L’unica opzione è cominciare, e imparare lungo il percorso.
Spero che questo episodio ti sia piaciuto!
A presto, e buone domande
Davide